[PBL e-tivities by Mario Rotta][2014]
Gruppo @cittavisibili: Laura Cesaro, Carolina Di Sante, Gianni Monti, Francesca Nardi, Rita Tegon, Maurizio Torcasio.
ASTRAZIONI CONCRETE
IPOTESI SULLA “GLOCALITÀ” COME SCENARIO PARADIGMATICO DELL’APPRENDIMENTO
Ogni gruppo di lavoro dovrà effettuare consiste nel registrare e condividere un percorso virtuale (ma reale allo stesso tempo) basato sull’interfacciamento con il GIS. Il percorso può anche riguardare le risorse precedentemente geolocalizzate, anche se sarebbe preferibile che fosse autonomo e autosufficiente e si limitasse a utilizzare una delle risorse geolocalizzate come punto di partenza. Si può comunque procedere molto liberamente, a condizione che siano rispettati i seguenti vincoli:
- Il percorso deve comprendere almeno 5 aree geografiche identificabili in quanto tali, all’interno delle quali siano poi evidenziati un certo numero di elementi e dettagli, con un minimo di 3 per ogni area identificata (ad esempio: mostrare 5 città e per ciascuna di esse 3 edifici…)
- Nel percorso deve essere riconoscibile un filo conduttore riconducibile ad un possibile utilizzo didattico (ad esempio: il percorso unisce idealmente tra loro aree naturali sottoposte ad aggressione da parte di attività umane inquinanti in modo da poter introdurre un incontro sulla tutela dell’ambiente…)
-
Il percorso deve essere registrato e condiviso in forma di video, con o senza eventuale commento audio, per una durata complessiva non inferiore ai 2 minuti e non superiore ai 3 minuti
FUORI TEMPO
ERRORI DA EVITARE E FATTORI DA CONSIDERARE NELLA COMUNICAZIONE DIDATTICA
Dopo aver riflettuto sulla base degli spunti suggeriti e sugli appunti che avrete raccolto in proposito, provate a calarvi in una situazione “fuori tempo”, ovvero immaginate di essere proiettati in un’altra epoca e di dover spiegare a un soggetto che vive nell’epoca in cui siete stati proiettati un concetto o un argomento (a vostra discrezione) che appartiene alla vostra epoca o a epoche successive a quella in cui vi state muovendo.
Il gruppo @cittàvisibili propone il Banco(de)mat:
IL BUONO IL BRUTTO E IL CATTIVO
TECNICHE DIDATTICHE, ATTEGGIAMENTI E AZIONI DEL FORMATORE
Dopo aver discusso sulla base degli spunti suggeriti il gruppo di lavoro dovrà individuare un argomento/oggetto su cui impostare un’azione didattica. Anzi, tre diverse azioni didattiche, corrispondenti ai 3 approcci evidenziati. Ciascun componente del gruppo assumerà di conseguenza il ruolo corrispondente ad uno degli approcci (mettendosi d’accordo con gli altri componenti) ed elaborerà una strategia coerente con l’approccio scelto, producendo una breve simulazione da sottoporre ai colleghi e alla conseguente valutazione (vedi). Ciascuno può procedere come ritiene più opportuno, purché siano rispettati i seguenti vincoli:
- nel presentare la simulazione si dovranno dichiarare in modo esplicito quali sono le condizioni di partenza, ovvero in quale contesto si colloca la simulazione e quali sono gli eventuali prerequisiti richiesti ai destinatari; dovranno inoltre essere dichiarati espressamente gli obiettivi essenziali che si vogliono raggiungere, in termini di conoscenze, abilità e/o competenze
- la simulazione dovrà prevedere l’utilizzo di almeno una tecnologia digitale (hardware o software)
- la simulazione deve poter essere attuata in un tempo massimo compreso tra i 15 e i 20 minuti (escludendo ladichiarazione preliminare del soggetto che la propone sulle condizioni di partenza e sugli obiettivi…)
IMAGINE
IMMAGINA, PUOI! A CONDIZIONE CHE…
Il compito richiesto è relativamente semplice: si tratta di ricavare dall’osservazione dei due filmati proposti una lista di almeno 5 immagini ispiratrici o elementi ispiratori (sinteticamente titolata: ad esempio “quello che preferisco” o “quello che vorrei evitare”…) e di realizzare, partendo dagli spunti identificati, almeno 5 immagini derivate, ovvero realizzate appositamente partendo dal contesto specifico in cui ci si trova e utilizzando i mezzi tecnici che si hanno a disposizione in quel momento (smartphone, fotocamera digitale, scanner…), oltre che la propria capacità di osservazione e la propria creatività…
Le regole da seguire sono relativamente poche:
- le immagini devono essere originali, ovvero realizzate nel momento stesso in cui si svolge l’attività
- l’eventuale post-produzione delle immagini originali deve limitarsi soltanto all’eventuale taglio eridimensionamento e alle eventuali regolazioni di luminosità/contrasto, tonalità e dettaglio. Non sono ammessi filtri cosiddetti “creativi” o altri trattamenti che impattano in modo determinante sulla visualizzazione delle immagini (ad esempio i preset HDR)
- l’insieme delle immagini realizzate deve essere organizzato in forma di presentazione animata o guidata, a discrezione di ciascun autore, preceduta dal titolo che si è assegnato alla lista iniziale
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un mappamondo
un poster murale
una bomboletta di spray insetticida
il logo slow food
un blocchetto di lego
altri blocchetti di lego
alcuni attaccapanni
una rosa adesiva (su una porta)
un sacchetto da ginnastica
una cartellina portadocumenti
quattro volumi di un’enciclopedia
la camicia di Maria
lo scopetto raccoglipolvere
un disegno puntinista
la paletta raccogli immondizie
IL LIBRO NASCOSTO
SOVRACCARICO INFORMATIVO, RICERCA DI INFORMAZIONI, SERENDIPITY E STRATEGIE PER SOPRAVVIVERE ALLO STRAPOTERE DEI MOTORI DI RICERCA
Il primo passaggio del compito da svolgere consiste nella ricerca, nella selezione e nell’identificazione di una risorsa o di un contenuto di particolare “rarità”, ovvero che si ritiene opportuno diffondere maggiormente. Può trattarsi di un libro (già digitalizzato, ma anche tradizionale), di un articolo, di un insieme di immagini, di un documento storico… l’importante è che risponda ai seguenti requisiti:
- non sia reperibile in rete attraverso i normali motori di ricerca o sia presente in rete soltanto ad uno ed un solo URL (ovvero, non ne esistano copie condivise visibili…)
- non risulti segnalato o condiviso in rete più di 3 volte (ad esempio, non si possano identificare in rete più di 3 link accertabili all’URL corrispondente)
- si tratti in ogni caso di una risorsa potenzialmente utilizzabile a scopo didattico
Il secondo passaggio consiste nel rendere la risorsa identificata più accessibile, attraverso due distinte modalità:
A. la condivisione del link alla risorsa identificata attraverso almeno 3 ambienti di interazione sociale in rete diversi; può trattarsi di social network generalisti o più specifici, o di altre soluzioni: l’importante è che si sia in grado di dimostrare a) che la risorsa identificata sia effettivamente più facilmente reperibile attraverso la strategia adottata b) che possa essere “scoperta” più facilmente dagli ipotetici destinatari della condivisione (nella fattispecie, ci si riferisce ad ambiti didattici, quindi a colleghi, o a studenti; di conseguenza, gli ambienti scelti dovrebbero avere una qualche pertinenza con un contesto di questo genere…)
B. il riassemblaggio dei contenuti relativi alla risorsa identificata in un formato diverso, che risponda ad almeno due caratteristiche essenziali: a) si tratti di un formato “aperto”, non protetto e non proprietario b) si tratti di un formato in grado di essere caricato e utilizzato su almeno 3 dispositivi tecnologici diversi
Il terzo passaggio consiste nel corredare la risorsa (appositamente o in relazione ai passaggi precedenti) di un apparato essenziale di metadescrittori adeguati allo scopo e coerenti con gli eventuali standard di riferimento in materia o con le specifiche richieste dai formati utilizzati